A Pinzano per dare voce alle sue meraviglie.
Un viaggio che è stato scoperta, bellezza, condivisione, ma soprattutto pura emozione di fronte alla meraviglia.
Da qualche giorno sono a Pinzano al Tagliamento, insieme a Feuer. Lui è sempre al mio fianco, collega e amore. Siamo qui per esplorare una terra che fino a pochi giorni fa non conoscevo. Perché qui? Il merito va, come sempre, a quell’insieme di energie che a volte si mettono in moto come per magia. E portano persone simili ad annusarsi, riconoscersi, confrontarsi. Incontri preziosi che si trasformano in relazioni speciali.
È una terra di rara bellezza, questa. Una terra che dopo aver vissuto decenni di emigrazioni e difficoltà oggi sta tornando a risplendere grazie alla generosità dei suoi abitanti nei suoi confronti. La coccolano, e lo fanno valorizzando antichi sentieri, ripulendo le strade, insegnando i segreti dei fiumi, preparando con dedizione e amore piatti sopraffini, riconoscendo le piante, rispettando i fiori.
Il tempo vola, quando si ascoltano storie come queste. Il cuore sanguina, però, quando si viene a sapere che l’ignoranza e il vile denaro rischiano di avere la meglio. Su Pinzano e sul Tagliamento, il fiume che trasuda emozione e splendore, arriva l’ombra di opere che potrebbero devastare un ecosistema. Si parla di dighe, di autostrade, di colate di cemento fatte in nome di una fantomatica messa in sicurezza. Mostri che deturpano, feriscono, offendono.
Ho conosciuto Anna, Cristina, Claudio, Alessandro, Emiliano, Daniele, Ivan, Chantal, Renzo, Tanita, Diego, Carlo, Sandro, Tania, Dante. E poi, Luciano, con gli occhi che sorridono e il desiderio forte che la memoria storica della sua comunità non vada perduta. Persone spettacolari pronte a offrire, ciascuna, il proprio contributo.
Adesso sono a Pinzano per dare voce alle sue meraviglie prendendo appunti, fotografando ascoltando, intervistando, ma anche rimanendo semplicemente in silenzio, incantata. Torno a casa con un bagaglio di saperi, istanze, desideri, progetti. Che mi ricordano come le cose più importanti spesso partano proprio dal basso. Alcuni politicanti se ne stanno comodamente seduti su poltrone dorate e redditizie, nei palazzi. I cittadini devoti alla terra e ai suoi valori si rimboccano le maniche e sudano, combattono, resistono.
Amo le persone schiette, amo la generosità e il desiderio di condividere, le strette di mano vigorose, una grappa da sorseggiare insieme al termine di una giornata intensa.
E credo che il compito più nobile di un giornalista sia quello di fare cronaca, usando il cervello ma soprattutto il cuore.
Adesso, non resta che mettere tutto insieme, e scrivere.