Cani e gatti al Salone del libro di Torino.
Mancavo dal Salone del Libro da tanti anni. E la proposta da parte del mio editore di partecipare al Salone con l’Almanacco del cane e del gatto è stata una sorpresa e un’emozione fortissima.
Non solo perché il Salone per me ha sempre rappresentato un tempio irraggiungibile, il luogo dove mi sono sempre immaginata spettatrice, e non voce narrante. Ma anche perché questo piccolo traguardo in realtà è molto grande: l’almanacco ha iniziato il suo viaggio, tra le mani, negli zaini, nella tasca della giacca di tanti lettori. E come sempre succede quando si scrive qualcosa che ci sta a cuore si creano nuovi contatti, sintonie, incontri.
Le parole della mia cara nonna mi sono rimaste impresse: un libro è un figlio. Una creatura che vede la luce e inizia il suo percorso. Non sappiamo in quali mani e scaffali andrà a finire, ma di certo ogni incontro tra lui e chi lo tiene tra le mani farà scaturire un pensiero, un’emozione.
Incontri inaspettati
In queste prime settimane ho incontrato già così tante belle persone che mi vedo quasi costretta a ricredermi sull’umanità. C’è tanto orrore, vero, ma c’è anche tanta bellezza, tanta voglia di scoprire, amare, riconnettersi. Le cose belle non fanno notizia ma esistono e su queste ho deciso di concentrarmi. E chi può rendere possibili certe magie se non i nostri adorati animali?
Ho scritto tante dediche: Baloo, Akira, Bob, Frank, Lucky, Stella… sono i cani e i gatti di chi ha voglia di scorrere le pagine e scoprire qualche segreto, un consiglio, una curiosità.
Un segnale di cambiamento
I cani e i gatti al Salone del Libro, dentro il mio almanacco, sono per me un segnale. Ormai la bellezza di queste relazioni tra umani e non umani è riconosciuta come una ricetta di felicità. Tanti ancora sono maltrattati, soli, sofferenti. A loro dedico un pensiero, sempre, aspettando il giorno in cui le gabbie saranno finalmente vuote. Sono e resto un’inguaribile sognatrice, nonostante tutto.