Il carnefice diventa vittima

Il carnefice diventa vittima. Questo è l’effetto che fa la morte di un lavoratore all’interno di un macello in Cina. I titoli dei giornali: Maiale si ribella in mattatoio e uccide il macellaio. Il mondo grida allo scandalo. Il maiale cattivo che si ribella alla morte e aggredisce chi lo vuole finire, dopo una vita infernale fatta di prigionia, amputazioni, abusi, tristezza, solitudine, umiliazioni.

Questa notizia mi addolora, perché mi ricorda la follia che si è impossessata del mondo. Dove ci si indigna per un incidente sul lavoro, come è giusto che sia, dimenticandoci però che ci sono lavori basati sul dolore e sulla morte, pene da infliggere a esseri senza colpa. E lager spaventosi, come si vede da questa foto, scattata in un allevamento italiano e utilizzata da Lav per una campagna di sensibilizzazione. Si denunciavano le sofferenze del tanto decantato prosciutto made in Italy. Ma è facile far finta di nulla e limitarsi a vederlo già confezionato.

Gli animali sono pezzi in serie che diventano parte di catene di montaggio, anzi di smontaggio. Tasselli di un’economia basata sullo sfruttamento infimo e indecente di esseri viventi che sono soltanto merce, pezzi di corpi tagliati e impacchettati per finire in tavola.

Intanto il mondo va a rotoli, ci sono 15 gradi in gennaio, si aspetta la pioggia per mesi interi e intanto gli orti e le piante muoiono, intere zone del pianeta vedono milioni di persone fuggire da tragedie dovute al cambiamento climatico, un’infinità di bambini e anziani è senza cibo, e dall’altra parte ci sono gli obesi che divorano tonnellate di grasso animale e cibi industriali pieni di veleni.

Il carnefice diventa vittima, ma la tragedia vera è che nessuno si pone delle domande: quanti animali stanno morendo per mano di persone che considerano normale infliggere dolore a chi non può difendersi? Questi fatti fanno riflettere sul marcio che si è impossessato dell’umanità?

Da domani la gente tornerà a far finta di niente e a comprarsi il salame e il prosciutto fingendo che siano stati raccolti dagli alberi, senza vedere il cadavere di un innocente che ha vissuto l’inferno per finire nello stomaco altrui.

La mancanza di empatia e di intelligenza emotiva è uno sconforto. E con queste premesse osservo senza parole chi fa finta di nulla, chi fa figli senza pensare alle conseguenze, chi pensa solo al suo piccolo orticello con un egoismo che è normalità.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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