Imbecilli in costante aumento.
È questo il pensiero che mi accompagna mentre ritorno a casa dopo la passeggiata serale con il mio cane. In un quartiere residenziale, e dunque non in mezzo a un’area cani o a un parco sconfinato, passeggio come sempre col mio cane al guinzaglio, quando da dietro un angolo spunta un cane colossale, e ovviamente senza guinzaglio. “È buono”, mi rassicura il proprietario, che forse si sente superiore a me, e cammina guardando il cellulare col guinzaglio appeso al collo. Tanto lui è un figo, e il suo cane, figo quanto lui, non ha bisogno di essere controllato. Risultato? Il cane ‘buono’ attacca il mio, che da vero signore si è allontanato, mentre il figo richiamava il suo animale per poi picchiarlo davanti a me. Gli ho detto di smetterla, e si è pure incazzato. Allora gli ho detto: “Visto che sei così figo e intelligente, impara le regole almeno quando cammini in città. Non sei nella giungla e il tuo cane non ha nessuna colpa”. Stizzito si è allontanato.
Ma lui è solo uno dei tanti, tantissimi. Passeggiano spocchiosi e arroganti facendosi gli affari loro mentre i loro cani aggrediscono, sporcano la strada, abbaiano come isterici, cosa peraltro tipica di certe razze selezionate per essere stupide, Povere creature, vittime innocenti dei capricci e delle mode di umani totalmente idioti, che non saprebbero badare nemmeno a un soprammobile. Infatti ne ho scritto spesso, anche in alcune pubblicazioni, che non basta amare gli animali per assumersi la responsabilità di un altro essere vivente. Incapaci di empatia e rigorosamente sprezzanti delle regole. Che poi non servono una laurea o un master per imparare a camminare col guinzaglio. Basta qualche neurone.
Siamo noi, secondo loro, i poveri tonti che le rispettano, che girano con i sacchetti, che tengono il proprio cane vicino per non disturbare i passanti.
La gente stupida si rivela piano piano, e lo fa anche dimostrando di non saper gestire i propri animali e di non rispettare i luoghi comuni.
Imbecilli in costante aumento, quindi. Per passeggiare in pace non restano che i boschi, ovviamente augurandosi di non incontrare nessuno. Non è misantropia, è esasperazione. Ah, ovviamente poi questi di solito si riproducono…