L’agonia degli animali sui camion

L’agonia degli animali sui camion, documentata dagli investigatori di Essere Animali e di altre associazioni, mi tormenta ben più del caldo di cui ci stiamo lamentando tutti. Noi abbiamo una casa in cui ripararci, la doccia, l’aria condizionata, la possibilità di bere quando abbiamo sete.

Il trasporto degli animali verso i macelli, su strade incandescenti e dentro tir con temperature infernali, è l’ennesima prova dello sfacelo di questa nostra così decantata ‘civiltà’. Lager, torture, morte, rigorosamente ben nascosti dai riflettori. sono per me una fonte di sofferenza continua.

Le persone intelligenti e dotate di un’anima funzionante si pongono inevitabilmente delle domande. Cosa è andato storto in questo pianeta, per arrivare a concepire certe forme di tortura legalizzata verso esseri innocenti? Mi guardo intorno e vedo ovunque gente inconsapevole, che compra tonnellate di cadaveri sotto forma di prosciutti, polpette, salsicce. Accarezzando il cagnolino di casa, naturalmente. E fingendosi addolorata di fronte ai miei tentativi di fare cultura: no ti prego non dirmelo, non lo voglio sapere. Che ipocrisia.

Trovo inaudito sentirmi dire: amo gli animali ma amo anche la carne, cosa ci posso fare?

L’agonia degli animali sui camion nella stagione più calda è la forma più repellente di cattiveria, perché le vittime non hanno voce e non hanno possibilità di difendersi. E muoiono mentre la gente su quelle stesse strade se ne va in vacanza.

Cosa fare? Ahimè, prendendo atto per l’ennesima volta che non sono dotata di super poteri, posso solo fare appello alla logica e al cuore delle persone che mi leggono. Invitandole a un cambio di prospettiva che porti a essere meno egoisti. A non farsi sopraffare da una fetta di speck, con tutta l’abbondanza di cose buone, sane e sicuramente più etiche da scegliere per nutrirci.

Questa umanità mi ha stufato già da un pezzo. Con orgoglio da oltre un anno mi sono liberata di alcuni dei social più stupidi e nocivi per la mia salute mentale. Ho alleggerito non poco la mia rubrica, e lo stesso vale per le mie frequentazioni. Certe miserie non fanno per me. Ma ahimè ne faccio parte, di questa specie, e ho scelto di fare un lavoro che mi costringe a relazionarmi con gli altri. La voglia di fare cultura è il mio motore, perché so di saper scrivere e parlare e questo strumento va utilizzato. Vorrei almeno che questo potesse avere un impatto anche sulla qualità della vita degli animali, i miei compagni prediletti finché sarò viva.

Ho fatto del mio meglio per far capire che la vita di milioni di esseri viventi passa attraverso le scelte politiche in Europa. Quanto disinteresse, che tristezza. Tutti a lamentarsi e poi nemmeno vanno a votare. Non sanno nulla, e sono la maggior parte.

Ogni giorno possiamo decidere almeno cosa mangiare. Ci sono infinite possibilità di nutrirsi senza provocare dolore o essere complici dei torturatori di animali. E avere le mani pulite ma la coscienza lurida non è una gran cosa.

Il mio pensiero va sempre a queste creature stupende che no conoscono le nostre perversioni. E se qualcuno non condivide e rispetta la mia sensibilità, resta poco da dirsi.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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