Lettera al Vescovo di Verona sugli animali
Riporto qui la lettera che ho scritto al vescovo di Verona, Domenico Pompili. Una persona colta e brillante che ho avuto il piacere di conoscere e incontrare in diverse occasioni.
Una lettera a cuore aperto, nel mio stile. Credo che si debba osare, e parlare in modo diretto e sincero. Io mi sono assunta il compito di parlare a nome di chi non ha voce: gli animali imprigionati e torturati negli allevamenti intensivi. Ho già affrontato il tema, per me molto importante, del rapporto tra fede e abitudini alimentari. Qui il link al mio pezzo.
Ecco qui il testo che ho inviato.
Lettera al Vescovo di Verona sugli animali
Caro Vescovo,
Sono contenta di avere avuto l’occasione di conoscerti e apprezzarti anche durante un evento dello scorso anno dedicato alla formazione di noi giornalisti.
Mi permetto di scriverti su tua indicazione, in attesa di incontrarti.
Come ti dicevo, io sono una giornalista e mi occupo anche di attività con gli animali. Amo la natura, il contatto con le piante e gli animali fa parte della mia storia e della mia educazione.
c
Sul mio sito, www.silviaallegri.it, potrai leggere meglio di cosa mi occupo. Ti anticipo però che in questi anni di lavoro mi sono occupata spesso di diritti degli animali, e la mia esistenza è stata segnata in modo indelebile dalle immagini e dai filmati degli allevamenti intensivi e dei macelli. Lì ho toccato con mano il dolore, la sofferenza, la mancanza di dignità a cui sono costretti ogni giorni milioni di animali, per poter diventare ‘cibo’ che finisce nella pancia degli esseri umani in modo disordinato, spesso compulsivo. Di certo inconsapevole.
Confesso che ho iniziato ad aspettarmi una svolta con l’arrivo di Papa Francesco. Io sono una letterata, laureata in letteratura italiana e di formazione classica. Ho sempre amato i passi del Vangelo in cui Gesù ricorda l’importanza degli ‘ulitmi’ (quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a me), e la figura di San Francesco, grande narratore della bellezza del creato. Lui loda il Signore ‘cum tucte le sue creature’. Gli animali sono esseri viventi che popolano questo pianeta e dividono lo spazio con noi. Mi sono illusa, quindi, che il nuovo pontefice avrebbe portato a una riflessione, e poi a una vera rivoluzione, capace di condannare, per poi eliminare, le ‘fabbriche’ di animali. Non sono allevamenti, questi gironi infernali che vedono consumarsi ogni giorno torture inaudite. Lontano dai riflettori, dietro muri spessi e invalicabili che solo alcuni attivisti coraggiosi riescono a oltrepassare per raccontare l’orrore e mostrarlo al mondo.
Non mangio animali morti da ormai 30 anni, e ne ho 46.
Mi chiedevo se per caso tu non fossi interessato ad approfondire questo argomento, portando un cambiamento nelle abitudini dei fedeli. L’agnello di Dio è un cucciolo, che viene strappato alla madre per essere cucinato per festeggiare la resurrezione o la nascita di Cristo. Non trovi che sia un controsenso? Ma per me lo stesso vale per polli, tacchini, manzi, pecore, pesci. Sono creature viventi.
Mi auguro di poter parlare con te, magari superato questo momento natalizio ricco di appuntamenti.
E ti auguro un Natale senza violenza nel piatto.
Silvia Allegri
Giornalista
Commenti