Mostrami come li tratti

Mostrami come li tratti e ti dirò chi sei.

Scrivo di animali ormi da anni ma solo di recente mi è capitato spesso di affrontare un tema molto delicato e divisivo: la paura che diventa fobia, una patologia di cui soffrono tantissime persone.

Sono quelle che vanno nel panico se vedono un piccione, se per caso un gatto passa vicino a loro oppure li fissa più del dovuto (stando ai loro parametri), quelli terrorizzati da un ragno o da un topo, ma anche dagli insetti, dai cani, dai cavalli. Insomma da tutto ciò che non è umano.

Ho notato due cose: la relazione con queste persone non riesco proprio ad averla, alla lunga. Io, che con gli animali trascorro le ore migliori di ogni giornata e li adoro perché amo ogni cosa diversa da me e trovo in loro perfezione, armonia, intelligenza, di fronte alle scene deliranti di gente che si mette a sbraitare se vede un piccione da lontano e lo racconta pure con orgoglio preferisco fare un passo indietro, e anzi darmela a gambe. Manca un linguaggio comune, mancano i presupposti per una relazione. Sono poi spesso le stesse persone che hanno attacchi di panico incontrollabili di fronte a un uccellino e poi magari si siedono a tavola e divorano pezzi di cadaveri sotto forma di costine, affettati, arrosti, tartare e altre oscenità. Senza la minima empatia e senza spirito critico, senza domandarsi da dove arrivi quella roba morta che qualche tempo prima aveva la forma di un animale dal quale sarebbero fuggiti provando schifo e disprezzo. Loro sono dei mandanti: fanno sporcare di sangue le mani dei macellai e poi si siedono a tavola atteggiandosi pure da snob. Le contraddizioni di certa gente mi fanno rabbrividire, sono un segno inequivocabile di ignoranza abissale e aridità d’animo.

La seconda cosa che ho notato è che questa gente di solito ha disturbi nelle relazioni anche con gli altri umani. Prova un perenne stato di insoddisfazione, prova sentimenti meschini come l’invidia, dorme poco e male, presenta insomma tutti i sintomi tipici di chi non ha relazioni e contatti veri con la natura. Poi magari si vendono per santoni, sentenziano sui social copiando frasi fatte attribuite a questo o quell’artista, dicono di praticare yoga e meditazione, si credono intellettuali sopraffini. E se per caso un’ape vola vicino a loro partono le scene isteriche.

Insomma, ho imparato nel tempo che osservare come si comporta la gente con gli animali mi aiuta a fare una bella scrematura. Nessuno di noi è obbligato a frequentare tutti e a farsi piacere tutti. Non vedo quindi perché dovrei esserlo io.

Scelgo sempre di più un tempo di qualità, e la qualità vale anche per le persone che frequento.

Ho appena scritto un libro dedicato agli animali e alla bellezza delle relazioni tra animali umani e non umani. Ho scritto, in particolare, di asini, e di quanto siano speciali. Da loro ho imparato più che degli umani, con le loro miserie. Mi sembra il minimo mettere in pratica gli insegnamenti che ho ricevuto dai miei compagni di vita.

Mostrami come li tratti e ti dirò chi sei. Di solito, sei un caso umano…

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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