Scrittura emozionale e Parole in verde
Mentre proseguono i due percorsi che hanno come protagonisti le parole, le emozioni e l’ambiente è necessario raccogliere le idee, fermarsi a osservare quello che sta accadendo e prendere spunto dai fatti per fare qualche doverosa riflessione.
Da professionista della parola e del testo scritto, il mio lavoro quotidiano da anni, noto quanto la scrittura stia attraendo un numero sempre più elevato di persone. A un certo punto della vita viene voglia di scrivere, e lo si fa a qualunque costo. Perfino quando non ci sono le condizioni per farlo e neppure il senso. Perché scrivere, quando si fa fatica a farlo? Forse c’è poco da dire, forse le idee sono scarse e confuse, forse manca il talento. La scrittura, quando è mossa da autentica ispirazione, fluisce, senza intoppi.
Mi è capitato, parlando con alcuni amici e conoscenti, di fare questo paragone: cosa accadrebbe se oggi decidessi di diventare un medico solo perché mi piace la medicina? Posso improvvisarmi in una professione non mia? Mi basterebbe studiare per diventare il professionista che vorrei essere?
Sono convinta che ognuno abbia i propri talenti, e che non ci sia nulla di più utile che scoprirli e osservarli con spirito critico e una buona dose di umiltà.
Viviamo nell’epoca dei social e dei libri autopubblicati, nell’epoca in cui si legge pochissimo eppure tutti si definiscono scrittori e tutti continuano a sfornare libri di qualità decisamente mediocre.
Se penso a cosa mi è toccato leggere e recensire in questi anni. A quanti sforzi ho dovuto fare per cercare di raccontare la parte buona di certi libri e di certi autori che avrebbero potuto concederci la grazia di fare altro, nella vita. Sono sempre stata generosa nelle recensioni partendo dal presupposto che si trattava comunque di una forma di arte, di un intento buono, di uno slancio spontaneo. Ma ahimè le cose non stanno sempre così. Il delirio di scrittura si è impossessato di persone che tentano di reinventarsi, in età in cui sarebbe meglio semmai fare lo sforzo di proseguire bene con il proprio lavoro, piuttosto che invadere il campo altrui e investirsi di ruoli che appartengono ad altri.
Nei due percorsi che sto coltivando ormai da tempo, i corsi di Scrittura emozionale e il gruppo di lettura Parole in verde, mi confronto con i miei studenti e i miei lettori su questo tema: la scrittura e la lettura hanno un senso oggi? E se sì, come devono essere coltivate queste due arti?
Con le persone più realiste e munite di spirito critico si arriva alla conclusione che scrivere e leggere è utilissimo per la salute della nostra anima, ma che si tratta di azioni che possono avere il puro scopo di farci stare bene. Insomma, si può scrivere per conoscersi senza avere la pretesa di diventare uno scrittore, si può leggere per ampliare la propria cultura senza avere la pretesa di diventare critici letterari e giornalisti improvvisati.
Alla fine, i nodi vengono al pettine. Arrivano da me le persone a cui voglio dare qualcosa e che sono disposte a loro volta a condividere con me emozioni e sensazioni in modo spontaneo. Chi indossa maschere non fa per me, e io non faccio per loro. Ci si riconosce, strada facendo, e se il modo di vedere le cose coincide abbiamo tanto da darci. In caso contrario, si arriva a un punto di immobilità.
In conclusione, ho imparato a dare un grande peso alle sensazioni e alle energie che percepisco. Non si sbaglia mai.
Vi aspetto alla libreria Il Minotauro di Verona ogni primo mercoledì del mese, alle 18.30.