Il giro delle pappe del mattino, i turni per una corsetta, la pulizia dei box, il controllo delle ciotole con l’acqua. Ma soprattutto una carezza, una coccola, una spazzolata.
Loro sono Anita, Barbara, Nicoletta, Anna, Monica, Martina, Edi, Teo, i volontari che ho incontrato ieri mattina al Rifugio Enpa di Verona. Certo, non è una casa, ma è un posto comunque il più possibile confortevole per centinaia di animali che si sono ritrovati senza una famiglia: cucciolate intere abbandonate sulla porta d’ingresso, cani sequestrati e salvati da situazioni di maltrattamento, cani che semplicemente non hanno mai incrociato lo sguardo di un umano disposto a farli entrare nella sua vita.
“A volte sento persone che entrano qui per adottare un cane ma si lamentano: questo è brutto, questo non ha un bel pelo, questo non è abbastanza giovane”, racconta Nicoletta, che trascorre molte ore al giorno al rifugio prendendosi cura degli ospiti con un amore che commuove. “Sappiamo magari che comunque queste famiglie possono tenere un cane in condizioni ottimali, e facciamo finta di niente, e cerchiamo di trovare un cane adatto a loro. Perché una buona adozione è sempre importante: un animale che trova casa lascia spazio per un nuovo ospite. Ma questi commenti mi fanno tristezza: si dovrebbe guardare oltre”.
Dietro un paio di occhi dolci si nascondono storie di abbandono, di solitudine, di paura. E ci sono quegli animali timidi che non sanno farsi largo, magari non splendidi, ma cosa conta poi la bellezza? “Bello è ciò che amiamo”, dice Nicoletta.
Monica si occupa dei gatti, e mi accompagna a conoscerli. Sono tantissimi: adulti e cuccioli, di ogni colore, giocherelloni o timidi, vivono in spazi ampi e ognuno ha il suo nome. I volontari raccontano le loro storie mentre sbrigano velocemente il loro lavoro: pappe speciali per animali malati, pomate, medicine, e tanti piccoli accorgimenti, per rendere la vita di queste bestiole il più possibile serena.
ieri era ferragosto, le città sono ancora vuote, e i rifugi d’Italia sono pieni di quegli animali che sono stati scaricati da chi adesso se ne sta in spiaggia, a godersi il mare e il sole.
Sono felice di aver scoperto questo posto: temevo di non reggere, ma in questo rifugio gli animali ricevono una miriade di attenzioni, non sono dei numeri, e i volontari fanno un lavoro meraviglioso per rendere breve la permanenza nei box, seppur belli, e costruire un futuro sereno ai loro ospiti in una casa vera. “Un salotto e un giardino sono comunque meglio di un box”, dice Romano Giovannoni, presidente Enpa Verona.
Sono felice di averlo scoperto adesso, il rifugio, in piena estate. Ne scrivo, conosco chi ci lavora, ma fisicamente non ci ero mai stata. E ci tornerò al più presto. C’è chi investe i propri giorni di ferie per prendersi cura di queste bestiole, ognuno regala il tempo che può, e soprattutto c’è la grande consapevolezza che non esistono vacanze in certi posti. Ogni essere vivente ha le sue necessità, ogni giorno.
“Quando sto qui sto bene”, dice Nicoletta. “In mezzo agli animali ho ritrovato la serenità, loro ripagano le nostre attenzioni con un amore sconfinato”.
Anche ieri ho avuto una nuova conferma: senza i volontari questo paese sarebbe in ginocchio. Bello, allora, guardare con riconoscenza a quella fetta di umanità che sa essere generosa, anche col proprio tempo. Grazie!
Estate in città, gli angeli degli animali non vanno in vacanza
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