L’Italia, come molti altri paesi occidentali, ospita un enorme numero di animali domestici, amati e considerati parte integrante delle famiglie. Eppure i diritti degli animali nel nostro paese non sono rispettati.
Dal Ministero della Salute arrivano tristissimi dati relativi alla vivisezione: sono in aumento i test più dolorosi sugli animali e sono in aumento gli stabilimenti che praticano la vivisezione., ignorando il principio stabilito per legge di preferire i metodi alternativi. La Lav, Lega Anti Vivisezione, prepara un appello a Governo e Parlamento ad invertire la rotta in occasione del recepimento della direttiva 2010/UE.
Al momento, vengono impiegati in Italia cani, gatti e primati. Vi sono perfino nuovi stabilimenti che hanno avuto dal Ministero l’autorizzazione a fare ricerca su animali. Le sperimentazioni senza ricorso ad anestesia sono numerosissime: agli animali vengono inflitti dolori intensi e prolungati, per fare esperimenti che si sono rivelati spesso fallimentari nei loro esiti. Gli animali sono vigili durante gli esperimenti, e vengono soppressi e buttati via dopo ore di dolore.
COSA FARE?
Le ricerche incruente, le piattaforme di ricerca alternativa esistono, ma vengono incentivati troppo poco gli investimenti in questo settore. Cambiare la mentalità di quanti credono ancora nella vivisezione come metodo unico e infallibile di ricerca non è facile. Ed è economico ricorrere ad animali, soprattutto quando si tratta di animali considerati senza diritti, come i randagi, o senza capacità di provare emozioni e dolore – gli animali consuetamente non di compagnia o di affezione.
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, diceva Gandhi. Ritengo che sia doveroso un impegno da parte delle Istituzioni verso una politica di tutela dei diritti degli animali e di incentivazione dei metodi di ricerca alternativi. L’articolo 4 del Decreto Legislativo 116/92 prevede di preferire il metodo alternativo all’impiego di animali.
Noi cittadini abbiamo il dovere di documentarci su quanto accade, e impegnarci a sensibilizzare i nostri conoscenti.
Sul sito www.lav.it è possibile avere informazioni sulle campagne di sensibilizzazione, ed inoltre vi sono consigli e indicazioni su come procurare prodotti cruelty-free (non sperimentati su animali).
Come amministratore, mi impegno nella sensibilizzazione dei colleghi e dei cittadini su questo problema per me grave e doloroso, attraverso iniziative di interesse pubblico e appelli agli organi di governo.
Diamoci da fare.