Prima di essere consigliere provinciale, che guadagna circa mille euro al mese in gettoni di presenza (quindi non si tratta di uno stipendio), e che si guadagna questi soldi vivendo l’incarico con serietà e impegno costanti, sono una donna giovane, laureata e con un master, che vive di lavori precari, con contratti ridicoli, senza diritto a ferie e malattia. Le mie buste paga sono semplicemente assurde, e passo le giornate a correre da una parte all’altra della città per poter incastrare i mille impegni lavorativi malpagati. Certo, ho il privilegio di poter fare ciò che mi piace perchè dietro di me ho una famiglia che mi ha sempre aiutato economicamente. Ma è giusto? E’ tollerabile che in un paese che si definisce civile non esista nessuna dignità per tanti giovani? E’ dignitoso studiare per anni per poi ritrovarsi precari a vita, con stipendi da fame, senza la possibilità di pensare a progetti per il futuro?
E intanto Berlusconi ribadisce ai quattro venti che l’Italia non è in crisi, che i ristoranti e gli aerei e i luoghi di vacanza sono sempre affollati. Va tutto bene, insomma? Lui guadagna al giorno quello che io potrò guadagnare in 100 vite!
Sto rivalutando l’ipotesi di lasciare questo paese, se le cose non cambiano. Mi trattiene solo la consapevolezza che ci sono tantissime persone giovani e oneste che si danno da fare silenziosamente ogni giorno, che lavorano con gli emarginati, con chi non ha voce, che fanno il lavoro “sporco”, negli ospedali, nelle case di riposo, tra gli immigrati in cerca di una vita migliore qui in Italia. E di queste persone preziose non si parla mai. Ne parlano i politici a Roma o in Regione, i dirigenti, seduti su poltrone che valgono stipendi da 5 CIFRE AL MESE. E vorrei sapere quanti di questi sono mai stati in prima linea.