Silvia Allegri, Macri Puricelli Di Carne e di pietra, Edizioni All Around, 2021
Recensione pubblicata sul quotidiano L’Arena a cura di Claudio Mafrici.
Venezia nuota tra la laguna e il mare. Offre la sua bellezza a milioni di visitatori, che però spesso la attraversano di corsa, seguendo itinerari spesso già definiti e sempre uguali. È arrivato il momento, allora, di guardarla con occhi nuovi. E per farlo si possono seguire le tracce delle numerose creature non umane che la popolano: i gatti e i fenicotteri, i gabbiani e i cani, i piccioni e i pesci. Oppure si possono riscoprire, mentre ci guardano dall’alto di colonne, quadri, facciate di palazzi, creature leggendarie come leoni e cavalli, draghi e rinoceronti, elefanti e grifoni. Alcuni sono famosi al punto da essere il simbolo stesso della città. Altri sfuggono allo sguardo disattento, ma vivono da secoli affacciati sul mare, racchiudendo storie e misteri mai svelati.
Di carne e di pietra. Passeggiate veneziane fra gatti, cani, dinosauri, rinoceronti, foche… è la guida, edita da All Around (2021), scritta dalla veneziana Macri Puricelli e dalla veronese Silvia Allegri, giornaliste. Unite da una storica amicizia, ma anche da due immense passioni: Venezia e gli animali. “Le nostre passeggiate nascono da esigenze e sentimenti diversi. Lo scoprirete leggendole”, spiegano le autrici. “C’è la veneziana che pur amando la città, ne rimpiange i tempi passati, qualche volta la considera matrigna, altre deve fuggire per poter ritornare, altre ancora si rifugia nel fluire liquido e rassicurante delle sue acque. E c’è la veronese, che in laguna ci viene tutte le volte che può. Che ama perdersi per calli e campielli, assaporando la gioia delle pietre vive e il camminare senza mai sostare”. Si intrecciano, quindi, un racconto esperienziale e un racconto di conquiste. Che portano il lettore a scoprire la vita segreta dei gatti soriani, che hanno protetto e difeso la città e i suoi abitanti; la storia di Clara, il rinoceronte indiano che colpì l’immaginazione di Pietro Longhi; la forza impetuosa dei cavalli più famosi del mondo, quelli di San Marco, i cui fantasmi, si dice, continuano a galoppare nella piazza nelle notti di tempesta, quando la bora increspa la laguna.
La guida, in italiano con traduzione in inglese, vede la prefazione di Paola Peresin, zoologa e Wildlife Manager, e l’introduzione di Cristina Romieri, nota attivista veneziana da sempre in prima linea nelle battaglie a difesa del delicatissimo equilibrio tra umani, animali e ambiente, in continua trasformazione e in perenne pericolo. Arriva dalle loro penne il monito a tutelare gli animali, in laguna come in ogni altro luogo: “La zoologia senza la zoofilia non può esistere”, scrive Peresin. “Ragionare sugli animali significa ragionare su noi stessi. Sono l’interesse, la curiosità e la consapevolezza verso le altre specie il motore che ci anima da secoli”.
Sfogliando il libro si scopre quindi un mondo ricolmo di creature sconosciute, che consente al visitatore di Venezia attento e curioso di vivere la città con una nuova consapevolezza. Tanto che nel capitolo dedicato alle patere, rilievi circolari di origine veneto-bizantina collocate su innumerevoli facciate di case, palazzi, chiese, le autrici raccomandano: “State attenti a non inciampare. Per incrociare lo sguardo di migliaia di occhi bestiali che ci fissano senza essere osservati siamo costretti a guardare all’insù”. E come ha scritto il grande studioso Alberto Rizzi, solo a Venezia “ci si scopre a osservare cornicioni, finestrelle, stemmi, e constatare la presenza di una miriade di pietre scolpite, magari mimetizzate negli intonaci sgretolati o seminascoste da una grondaia”.
Di carne e di pietra è un invito a rivedere con occhi nuovi la regina della laguna. Una città che, come molte altre, è rinata durante il lockdown, offrendo ai pochi visitatori e studiosi un silenzio pieno e surreale, rotto soltanto dai suoni degli animali che hanno continuato ad abitarla, e una bellezza disarmante che costringe a chiederci: saremo in grado di tutelare Venezia, con i suoi animali, nel prossimo futuro, quando milioni di persone torneranno a riversarsi nelle Serenissima, e i suoi abitanti non umani dovranno, per l’ennesima volta, vedere ridimensionati i propri spazi e riadattarsi a uno spazio condiviso? Di sicuro la pandemia ha costretto a rivedere i propri ritmi, e la guida potrà essere la giusta compagnia per sperimentare nuovi itinerari inediti. Prendendosi, magari per la prima volta, il giusto tempo. Perché Venezia sa stupire soprattutto quando si cede al fascino di perdersi tra le sue calli. Solo in quel momento si scoprirà una città selvaggia e immaginifica.