In natura non farebbero mai certe cose. Non girerebbero in tondo per ore, non avrebbero un pezzo di ferro che sega loro la bocca, non camminerebbero guardando sempre solo davanti, loro, animali erbivori e dunque abituati a osservare il mondo in continuazione. Eppure sono costretti a fare acrobazie, a essere umiliati, sfruttati, maltrattati fino alla morte.
Non me la dimenticherò mai quella sera. Ero a Vienna, la città dove ho lasciato il cuore e che sento la voglia di visitare almeno una volta all’anno. Ero in ottima compagnia. Ero felice. Poi, quella maledetta idea di andare a mostrare al mio compagno di viaggio, che non conosceva la città, anche il Prater.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti, improvvisamente, tra una giostra e l’altra, fu terrificante: una giostra in cui tante carrozze giravano in tondo, come se ne vedono sempre alle sagre di paese. Ma qui la perversione aveva superato i limiti: non erano elettriche, e a trainarle erano cavalli veri. Cavalli che giravano quasi su se stessi, col paraocchi, in mezzo alla confusione. Poi la gente scendeva, altra gente risaliva, e loro ripartivano. Come telecomandati. Trattati come macchinette, come burattini. E di sottofondo una musica assordante, chiasso, buio, strilli, flash di macchine fotografiche.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime e la serata e quelle successive furono guastate da quel dolore sordo. Da quella tristezza. La mia Vienna, il cuore dell’Europa, vede ogni giorno questi spettacoli penosi. Pensavo al mio tesoro, Ringo, che vive all’aperto, circondato da altri animali e da una natura ospitale e silenziosa. Avrei voluto correre a stringere e baciare quei cavalli, che hanno conosciuto solo fatiche e fruste.
Di chi sono le colpe?
Dell’amministrazione comunale e dello Stato, che permette uno sfruttamento terribile di animali nobili, buoni e generosi, umiliati e sfruttati senza il minimo rispetto delle loro esigenze.
E di tutti coloro che montano su quella giostra, e su quelle carrozze, senza sentire empatia, senza immaginare come possano vivere quelle povere bestie.
Perché a quei cavalli è toccato un simile atroce destino? Perché quei giostrai non provano pietà, non rispettano gli animali? Perché tanta gente non sa immedesimarsi nel dolore altrui?
Ora una petizione su change.org (https://www.change.org/p/no-ai-pony-usati-come-animali-da-giostra?recruiter=158412280&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=autopublish&utm_term=mob-xs-action_alert-reason_msg) chiede la sospensione di questo orrore. Serve? Non serve?
Proviamoci.
Quando mi è arrivato l’invito a firmare ho diffuso e trovato un grande riscontro. Esiste ancora un’umanità da salvare, non tutto è ancora marcio, non si è ancora definitivamente perso lo slancio che porta noi sognatori inguaribili (per fortuna) a tentare di migliorare il mondo.
Spero di poter dare presto aggiornamenti positivi.
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