In questi giorni, dovendo scrivere per lavoro su temi molto delicati e dolorosi come il dramma dei migranti, le ingiustizie sociali, il problema dello sfruttamento eccessivo delle risorse del pianeta, la sofferenza che infliggiamo agli animali, mi sono dedicata alla lettura di numerose inchieste, articoli, libri, e ho partecipato ad alcune conferenze.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ma riprendere e riaffrontare da vicino certi temi a volte serve: perché la frenesia quotidiana, i problemi che ognuno di noi si porta dietro, la fretta ci fanno dimenticare cose ben più importanti.
Alcuni numeri sconcertanti, che sembrano appartenere a diverse questioni ma sono le due facce dello stesso problema. Mentre nel mondo ci sono 51 milioni di sfollati costretti a lasciare le proprie case per salvarsi la vita, e che non hanno accesso a nessun bene di prima necessità, dunque non hanno cibo, non hanno acqua, non hanno medicinali, o vestiti; in altre zone del mondo ogni anno centinaia di milioni di animali allevati in allevamenti intensivi vengono buttati via perché non utilizzati. Milioni di tonnellate di carne putrefatta gettata via. E quei pascoli usati per produrre cibo per questi animali vengono strappati alle popolazioni locali che si ritrovano così a non avere nulla con cui nutrire i propri figli.
Questi sprechi incredibili e questa disuguaglianza sociale lasciano senza parole. Eppure ognuno di noi potrebbe contribuire a cambiare le cose. Delegare è troppo comodo, così come scuotersi di dosso le responsabilità.
Forse noi ricchi occidentali, che abbiamo semplicemente avuto la fortuna di nascere dal lato giusto del mare, dovremmo investire qualche minuto delle nostre intense giornate per imparare a non buttare via il cibo nei nostri frigoriferi, per fare una spesa responsabile, e soprattutto per metterci nei panni degli altri. Ricordandoci che lo sfruttamento e la violenza non portano a niente di buono. Che è troppo facile ascoltare slogan e farsi guidare solo dalla paura e dall’egoismo.
Il cambiamento parte da ciascuno di noi. Inutile delegare.